AGGIORNAMENTO MERCATI: il regno dell'incertezza


http://laltrafinanza.blogspot.it/2016/08/aggiornamento-mercati-il-regno.html


Nessuno osa più interpretare dati sempre meno convincenti. Nemmeno le Banche Centrali ritengono opportuno prendere decisioni di politica monetaria. Forse perché non diventa sostenibile il completo salvataggio del sistema economico o forse perché le decisioni finora prese non hanno generato gli effetti sperati.
Difficile quindi prevedere le prossime mosse di istituti centrali o governi. Gli unici aspetti noti per inquadrare lo scenario, via via sempre più complesso, potremmo sintetizzarli nel seguente modo.
Esiste un’economia che scarseggia in termini di Domanda Aggregata, le cause risiedono in politiche redistributive del reddito assenti o fallimentari negli ultimi 20 anni. Come risposta si è voluto produrre ugualmente tanto e, in assenza di assorbimento di beni mobili e immobili in eccesso, si è provveduto a generare debito. Ai pesanti e critici segni di cedimento, esplosi nel 2008 coi crack dei principali istituti finanziari americani, si è tentato di “mascherare” tale debito facendolo transitare nei bilanci delle Banche Centrali riportando un’ apparente quiete sui mercati finanziari ma una stagnazione generale rispetto alla millantata prosperità; il dato del Pil americano, il Paese più sano nel panorama mondiale, è dell’1,2%. Che brivido!
Ci portiamo addosso ormai una zavorra più illiquida e immobilizzante che la storia economica globale abbia mai visto che si chiama debito (privato o pubblico che sia). Senza aver la minima intenzione di affrontare il problema di “petto”, il sistema ci sta quasi per convincere che in un modo o nell’altro da questa situazione la soluzione indolore esista. Questa visione è la fine del mercato, dei suoi principi fondanti.
Per decenza comunicativa cerchiamo di mantenere un certo controllo nel trasferirvi questo pensiero, ma è aberrante immaginare che non potremo tagliare le tasse per l’intero futuro perché ci portiamo dietro una montagna di debiti o che non riporteremo mai i tassi ad un livello accettabile perché i debiti accumulati subirebbero un processo di svalutazione devastante prima, e insostenibile sulla quota interessi  poi.
Il Giappone è dentro questa spirale da 20 anni e non ne esce. Ci finiremo dentro pure noi? O saremo disposti a tagliarci un braccio o una gamba per provare a sognare un po’ di crescita, almeno in prospettiva per i nostri figli? La politica dovrebbe parlare ogni giorno di queste cose. Farci capire dove siamo finiti. Ci sono troppe pagine inutili e nessuna formativa.
Per il resto che dire? Tutto a posto. Il decennale italiano rende l’1.19%, MPS è in via di “salvataggio” (si veda MPS e il nuovo mercato delle sofferenze), Draghi compra, Il Giappone rilancia e L’America, un po’ come noi, aspetta..





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