AGGIORNAMENTO MERCATI: l'umile versione dei Bloggers
Un tempo (neanche troppo lontano) per decidere su quale investimento posizionarsi per far rendere i propri risparmi occorrevano poche ma rilevanti variabili. Quali per esempio un bilancio (il più veritiero possibile ovviamente), le prospettive di crescita del settore o della società in questione, infine i dati di crescita globale del contesto economico.
Alla luce di quanto stiamo assistendo sui mercati, la considerazione oggettiva è intanto che quest’ultima variabile abbia preso in un primo momento il sopravvento su tutto il resto, e che la finanza, da strumento di supporto alla cosiddetta economia reale, sia da ormai almeno una quindicina d’anni l’attore principale, in grado di abbattere o illuminare un mercato o un Paese. Quella soggettiva invece è che lo strapotere della finanza alimenti continuamente la volatilità dei mercati. Innanzitutto attraverso l’abuso di strumenti derivati che accentuano significativamente i movimenti giornalieri (in particolar modo durante le correzioni al ribasso) e in secondo luogo perché il peso sui bilanci bancari delle cosiddette “operazioni di capitale” e delle commissioni di performance cresce a scapito delle voci storiche di redditività di tali istituti, quali finanziamenti privati o societari e del margine di interesse bancario ormai resi meno allettanti coi tassi d’interesse al minimo storico. La finanza si ciba di volatilità e questo per il risparmiatore non è certamente una buona notizia.
Analisti e gestori fanno del loro meglio ma, non me ne vogliano, a mio avviso nella stragrande maggioranza dei casi sono del tutto impotenti. Ancore di salvezza in fasi storiche come quella attuale sono assai difficoltose da individuare. Mi spiego meglio. A fronte di correzioni del mercato azionario ci si è spesso trovati in passato a dirottare buona parte degli asset su obbligazioni prevalentemente governative con la tranquillità di un rendimento seppur minimo a scadenza relativamente certo. Ora la situazione che si prospetta anche sul mondo dei bond presenta un’ incertezza inquietante. Il sistema è costretto ad alzare i tassi di mercato sia che ci sia crescita sia facendo finta che ci sia. Quello che tutti gli economisti sanno, dai monetaristi ai post-keynesiani, è che disincagliarsi dai tassi a 0, sebbene doloroso, sia ASSOLUTAMENTE necessario. Restituire valore nel tempo al denaro è vitale per invogliare il sistema creditizio e l’inflazione “sana” a ripartire.
E’ quindi totalmente inefficiente tenere in portafoglio obbligazioni specie con scadenze superiori ai 5 anni. Si pensi al decennale del Bund tedesco per esempio che rende annualmente lo 0.6%, qualora si portasse il suo rendimento anche solo all’1.6% dovrebbe perdere una decina di punti percentuali in conto capitale.
Quindi? Soluzioni? L’azionario è estremamente volatile, le obbligazioni
sono destinate a scendere e ora che si fa?
A nostro avviso ci sono delle regole in materia di
investimento che reggono anche di fronte a scenari poco attraenti. Una su tutte
è la qualità delle società selezionate in portafoglio. Nessuno sia ben chiaro è
immune alla volatilità del breve periodo, però anche la finanza speculativa si
deve arrendere di fronte a chi fa utili, chi distribuisce dividendi certi, chi
ha business in settori dove la domanda è sempre sostenuta, e infine chi
possiede tecnologie promettenti. Rispettando sempre il principio della diversificazione (ed
esasperarlo non fa mai male), credo non
vi siano dubbi che le prospettive legate ad azioni di settori solidi
come il farmaceutico o food/beverage così come il lusso siano nettamente
migliori del mercato obbligazionario in genere. Quello che si è notato soprattutto negli ultimi 6 mesi è che
un portafoglio costituito in parte da strumenti molto liquidi e in parte da
queste tipologie di azioni ha retto in misura così superiore da presentare
rendimenti positivi da inizio anno e recuperando a oggi praticamente tutto il
drow-down estivo.
Il passo verso la stabilità dei propri risparmi passa sempre
di più attraverso la qualità. Mentre le opportunità sui mercati emergenti oggi
sono da cogliere esclusivamente attraverso piani di accumulo.
A supporto di queste considerazioni mettiamo a disposizione qualche dato nel seguente allegato. Particolarmente interessante è il comportamento di un portafoglio (chiamato per comodità STRATEGIA EFFICIENTE costituito da settori stabili (pharmaceutic , food/beverage, lux) rispetto al movimento di Btp e Bund o ai principali indici finanziari internazionali (S&P 500, Stoxx 600, ecc.)
Strategia efficiente
Strategia efficiente
