AGGIORNAMENTO MERCATI: approfondimento su banche e materie prime

http://laltrafinanza.blogspot.it/2015/12/aggiornamento-mercati-approfondimento.html
 

Vista l’ondata mediatica che sta coinvolgendo il sistema bancario e la difficoltà con cui le nostre istituzioni hanno preso le contromisure per tempo è doveroso da parte nostra inquadrare il problema e ricalcare quali soluzioni siano a disposizione dei risparmiatori per arginarlo.
Mi preme però altresì considerare come per l’ennesima volta le pagine dei giornali (anche quelli di matrice economica) trabocchino di notizie assordanti sui rischi bancari di piccoli, ma non solo piccoli, istituti, tralasciando il più gravoso e sistemico crack alle porte di diversi Paesi produttori di materie prime.

Procedendo per gradi; la situazione bancaria italiana si presenta alla vigilia del 2016 con una serie di problemi da risolvere. Intanto i nostri istituti, come quelli europei, hanno una diffusa contrazione degli utili dovuta alla permanenza dei tassi d’interesse prossimi allo 0; e siccome la situazione non cambierà finchè inflazione e crescita economica non riprenderanno a marciare, direi che per le banche non si prospettano tempi facili per anni. Anche grossi istituti europei e americani stanno correndo ai ripari (Rabobank, che ha un rating che le nostre banche si sognano, ha appena comunicato il taglio di 9000 posti di lavoro), riducendo forza lavoro e aumentando fonti alternative di ricavo, quali operazioni straordinarie di capitale, M&A, diminuzione di retrocessione di interessi ai risparmiatori e aumento di costi per servizi. Infine si pensi anche alle banche elvetiche che fanno pagare i propri correntisti ormai da anni per detenere capitali depositati. In questo quadro purtroppo non vediamo soluzioni per i cosiddetti piccoli istituti bancari, ancorati all’unica voce di profitto ormai azzerata del margine di interesse.
A tutto questo a nostro avviso ci si dovrà abituare e i più restii a farlo tra qualche anno (o mese) si ritroveranno delle brutte sorprese. Inseguire conti depositi di banche in oggettiva difficoltà che offrono tassi intorno al 2-2,5% o obbligazioni subordinate discretamente remunerate, è senza alcun dubbio una scelta rischiosa, più di quello che possa apparire. Così il piccolo risparmiatore non sarà immune alle profonde e radicali metamorfosi che coinvolgeranno i piccoli istituti bancari nel prossimo anno. Accorpamenti, fusioni o nel peggiore dei casi liquidazione di molti dei piccoli enti creditizi (BCC, Banche popolari, Casse di risparmio ecc.) richiederanno il contributo degli azionisti e degli obbligazionisti di tali istituti.
Pertanto le contromisure immediate che i risparmiatori hanno a loro disposizione restano quelle di cui personalmente (ma anche soltanto in un’ottica di buon senso) promuoviamo da tempo:
  1. Diversificare il più possibile i propri risparmi
  2. Affidarsi alla consulenza di soggetti professionali del settore
  3. Inserire qualità nei portafogli
Non trovo corretto alimentare allarmismi sulla detenzione di somme anche rilevanti (ma meglio sotto i 100.000€) sui conti correnti bancari, però mai come di questi tempi si sta rivelando fondamentale il contributo consulenziale di specialisti o di società di investimenti che operano nel risparmio gestito.
Comprare strumenti finanziari (anche azionari, ma di elevata qualità e solvibilità) all’interno di fondi o gestioni patrimoniali che diano priorità a titoli altamente capitalizzati appartenenti a settori sani (quali il farmaceutico, il cibo, il lusso, il tecnologico e il digitale) mette sicuramente al riparo da queste problematiche, che toccano guarda caso un Paese non esattamente al passo coi tempi, dove i servizi per il cittadino non rappresentano una priorità come in molti Paesi del nord Europa. E tra questi il servizio consulenziale risulta semisconosciuto a scapito di quello puramente distributivo tipico del nostro sistema lobbistico bancario.
Accanto a questa spiacevole pagina della storia bancaria italiana si sta concretizzando però una crisi ben più complessa e globale. Le implicazioni dell’attuale crollo delle materie prime sono indubbiamente più preoccupanti. Su questo aspetto abbiamo riservato un approfondimento all’interno del nostro blog di particolare interesse (FOCUS: il crollo del petrolio e il suo impatto globale).
In tutte queste dinamiche si innestano le dichiarazioni della Fed che hanno dato la prima scossa ai tassi americani dal crollo del 2008 ad oggi. Ci interessa relativamente meno del solito in questa nostra edizione, perché probabilmente il mercato ha già scontato le decisioni della Yellen.
Alleghiamo a supporto di quanto scritto alcuni interessanti articoli sui prestiti subordinati  degli istituti minori e le caratteristiche del Bail-in bancario che caratterizzerà l’anno venturo.

 
 
 
 
 

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