FOCUS: le manovre delle Banche Centrali
Queste ultime due settimane sono state segnate dagli incontri delle Banche Centrali mondiali. In questo articolo vorremmo riassumervi cosa hanno detto e le manovre messe in atto.
BCE – 10/03/2016
Bank of Japan (BOJ) – 15/03/2016
Per la seconda volta, dopo febbraio 2015, è stato armato e ha sparato oltre le attese il “bazooka” di Draghi. Una manovra molto ampia, dettata anche dal netto peggioramento macroeconomico dell’eurozona, a cui i mercati rispondono nello stesso giorno andando in territorio negativo per poi rimbalzare il giorno successivo. Forse c’è stato bisogno di dormirci su una notte per digerirla.
Questi sono i punti principali:
- Tasso sui depositi delle banche presso la BCE da -0,30% a -0,40%, Tasso di riferimento portato a 0% da 0,05%
- QE da 60 a 80 miliardi mensili
- Acquisto bond aziendali, non bancari, investment grade nel QE
- Tltro: la BCE presterà liquidità illimitata agli istituti bancari che useranno questi somme per far credito alle aziende
Tra queste quattro manovre le più importanti riguardano le modifiche al Quantitative Easing. Era previsto un aumento fino a 70 miliardi, invece i mercati si ritroveranno con 10 miliardi in più al mese inoltre l’acquisto di bond societari potrebbe dare un rilancio, forse pericolosamente solo effimero, ad una asset class che ha patito tantissimo negli ultimi 10 mesi. Il perché di una manovra così espansiva è da ricercarsi in un indebolimento dell’economia comunitaria. Le stime sulla crescita del Pil sono tutte al ribasso. Inoltre non hanno aiutato l’indebolimento della crescita globale e le turbolenze dei mercati finanziari.
Vista l’ampiezza della manovra, crediamo che questo possa essere l’ultima mossa della BCE per cercare di tamponare una crisi finanziaria che ormai ci sembra inevitabile.
Stretta tra due fuochi la Banca Centrale Giapponese ha deciso di restare immobile posticipando qualsiasi decisione a fine aprile o più probabilmente a giugno. Sicuramente influenzato dalle misure prese dalla BCE, il governatore Kuroda ha dichiarato che il mercato deve ancora adattarsi al nuovo contesto di tassi d’interesse negativi. Effettivamente per ora la politica dei tassi negativi non ha riscosso un grande successo in Giappone. Quello che ci si aspetto nelle prossime riunioni sarà un aumento degli acquisti di asset piuttosto che un ulteriore riduzione dei tassi. Per quanto riguarda lo scenario economico descritto dalla BOJ, il Giappone difficilmente raggiungerà un ritmo di crescita sostenibile, perché la spesa delle famiglie non riesce a sostenere l'economia e le esportazioni rimangono basse a causa della domanda debole su scala globale, in particolare dalla Cina. Inoltre Le possibili manovre future dovranno tenere in considerazione anche tutti i fattori esterni, primi fra tutti il problema del debito europeo e le possibili ripercussioni sui mercati finanziari delle future manovre della FED.
FED – 16/03/2016
Come la BOJ, anche la FED sceglie di rimanere congelata. Tutto rimandato.
A differenza delle altre, qui qualcosa è già stato fatto, forse anche troppo presto, ed è stato solo deciso di rallentare il programma di rialzo dei tassi iniziato a dicembre 2015. L’economia statunitense sta continuando il suo processo di crescita ma i rischi globali possono creare molti problemi. Infatti la decisione è stata presa considerando il problema macroeconomico globale, riduzione crescita in Giappone, Europa e Cina, e considerando i vari rischi che stanno correndo paesi come Messico e Canada a causa del prezzo del petrolio. Sicuramente la FED non farà più marcia indietro con un ritorno ai tassi negativi, ma rallenterà momentaneamente le politiche di aumento dei tassi.
Le altre Banche Centrali
Anche la Banca d’Inghilterra ha lasciato i tassi invariati allo 0,5%. La Banca Nazionale Svizzera fa muovere il suo tasso di riferimento interbancario tra -0,25% e -1,25% (oggi intorno a -0,78%). La Riskbank di Stoccolma ha un tasso di riferimento dello 0,5% e applica sui depositi -1,25% invece la Danmarks Nationalbank applica -0,65% (in rialzo dal -0,75% del 2015)
In conclusione, ormai i tassi negativi stanno diventando una normalità ma per quanto tempo una anomalia così macroscopica e antieconomica potrà essere considerata normalità?
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