AGGIORNAMENTO MERCATI: effetto Brexit
Menti ispirate che in un passato neanche così lontano vivevano lo spettro del Conflitto Mondiale da poco consumatosi, avevano concentrato sforzi sovrumani per mettere in piedi accordi commerciali, politici, visionarie e speranzose pianificazioni col fine di creare un polo sviluppato e unito che abbracciasse i principali Stati del Vecchio Continente.
Pensiamo a statisti come Adenauer, Walter Hallstein, Johan Willem Beyen, Joseph Bech, Alcide De Gasperi, Paul-Henri Spaak, lo stesso Winston Churchill, per citare un inglese… tutte persone illuminate che in meno di trent’anni avevano assistito a 2 conflitti spaventosi e sentivano la necessità di creare un denominatore comune europeo basato sulla solidarietà tra i popoli e la collaborazione economica.
A tal proposito lascia interdetti la più attenta lettura del voto inglese a favore della Brexit, dove gli “anziani” britannici, cioè la memoria storica in teoria del Paese, siano i principali artefici dell’infelice scelta emersa dal referendum. Scarsa informazione civica europea, scarsi risultati economici grazie alla crisi globale dilagante, nonché assenza di politiche economiche comunitarie incentrate allo sviluppo hanno generato lo scontento che ha scavalcato le ben più profonde radici del progetto UE.
L’unione politica ha sempre rappresentato il passo più delicato ma al contempo più importante per far decollare il progetto europeo. Le riflessioni pertanto più coerenti legate al futuro dell’Unione europea hanno a nostro avviso una duplice lettura.
La prima, quella più finanziaria e speculativa, potrebbe vedere l’intervento ancora più massiccio e accomodante delle Banche Centrali che, con l’intento di salvaguardare la stabilità dei prezzi e delle valute, potrebbero aumentare le manovre espansive a sostegno dei Corporate europei e in parallelo del sistema finanziario anglosassone attualmente fortemente sotto pressione. Il movimento brusco ha molto di irrazionale in tutta onestà, a meno che i mercati non scontino altro che non è di pubblico dominio…
Non ci stupiremmo di vedere i mercati nel mese di luglio recuperare molto del terreno perduto in scia appunto a interventi straordinari delle Banche Centrali.
La seconda prevede una disanima più completa del quadro economico europeo che passa dall’attuazione di una coesione politica reale e tangibile al tanto atteso fiscal compact. Solo qualora ci fossero delle convincenti risposte su questi 2 temi potremmo assistere ad un’inversione di tendenza sul gradimento dell’Unione Europea. A noi sembra di non dire nulla di nuovo, semplicemente con quest’espressione popolare (troviamo inammissibile che il popolo si debba pronunciare su temi di così elevata portata economico-politica) il vacillamento del progetto europeo è sempre più evidente.
Le riflessioni più importanti a seguito di questo evento sono a nostro avviso di carattere prevalentemente politico, ma vista la natura del blog non è nostra intenzione approfondirle sotto tale punto di vista.
Il rammarico è sicuramente grande ma l’auspicio che la Brexit possa creare degli stimoli e delle risposte nell’Eurogruppo non è da escludere; insomma nulla è perduto come invece potrebbero farci credere i mercati in questi giorni…
L’Inghilterra passa, mentre i problemi strutturali dell’economia del Vecchio Continente restano. Con un sistema a tassi negativi il dito resta puntato sul fragile sistema bancario.
Pertanto il consiglio è quello di non farsi attrarre da prezzi azionari apparentemente allettanti di banche e compagnie assicurative, potremmo assistere a un rapido rimbalzo dei corsi, ma il problema è strutturale e aihmè ingessato e senza via di uscita a nostro avviso, se non attraverso ristrutturazioni future del debito o ulteriori apporti da parte delle Banche Centrali per spostare per l’ennesima volta il problema.
Pertanto crediamo sia da prevalere strategicamente il mercato americano per quanto riguarda l’equity (dei bond ci siamo già espressi più sulla necessità di averne il meno possibile perché non vi sono opportunità AGGIORNAMENTO MERCATI: la vera insidia ) e l’unica scommessa convincente in termini di prezzi a sconto la vediamo sulle Commodities (a tal riguardo abbiamo inserito nel blog questo approfondimento FOCUS: il mondo delle materie prime).
Non stancatevi di avere cash (sano FOCUS: la gestione della liquidità) in portafoglio e teniamo duro!
