FOCUS: P.I.R. vantaggi e rischi

http://laltrafinanza.blogspot.it/2017/04/focus-pir-vantaggi-e-rischi.html

La legge di Bilancio 2017 ha introdotto il Piano Individuale di Risparmio a medio termine (P.I.R.) con l’obiettivo di sostenere l’economia italiana e le piccole aziende che faticano a trovare credito attraverso i canali bancari. La vera novità, ed il grande vantaggio che offre il P.I.R., è la completa esenzione dalla tassazione sul capital gain nel rispetto di alcuni relativi vincoli.
Prima di indicare le caratteristiche normative dello strumento è bene fare alcune precisazioni di carattere qualitativo.
La scelta iniziale dell’istituto finanziario presso il quale aprire il P.I.R rappresenta il passaggio più delicato. Ogni investimento effettuato avrà un vincolo di durata di 5 anni, pena la perdita dei benefici fiscali. Ne deriva che l’expertise di chi gestisce il P.I.R. è il reale ago della bilancia per il risparmiatore. 
Tenuto presente che il 30% del patrimonio investito sarà su società del tessuto produttivo italiano non quotate, è di vitale importanza non solo disporre di analisti societari di alto livello, ma in particolar modo indipendenti. Il ruolo infatti delle Banche italiane che sono restie alla concessione di prestiti, visto lo status di salute in versano, è innegabilmente in un apparente conflitto di interesse. Chi ci garantisce infatti che all’interno dei P.I.R. non finiscano proprio quelle società su cui la Banca stessa è già esposta e presenta parametri di solvibilità critici? O che non approfitterranno della parte libera per innondare il P.I.R. di loro obbligazioni o azioni? (leggere a riguardo l'articolo de "Il Sole 24 Ore" allegato)
Siccome queste sono delle domande retoriche, il vivo consiglio è di aprire un P.I.R. presso una società di investimento indipendente.
Ammettiamo anche che chi vi scrive è in conflitto di interesse perché lavora per una società indipendente, ma mai come in questo momento preferiamo occuparci degli esclusivi interessi del risparmiatore e di nessun altro.
Riportiamo i punti salienti caratterizzanti lo strumento:
•    Il PIR è un ”contenitore” di investimenti che consente di percepire Redditi di natura Finanziaria (diversi da quelli relativi a partecipazioni qualificate) in esenzione di imposta
•    Il PIR non è soggetto all’imposta successiva sulle successioni e donazioni
•    I destinatari sono solo persone fisiche e residenti in Italia
•   Può essere sottoscritto un solo PIR per codice fiscale, quindi non possono essere sottoscritti PIR su più istituti
•    L’importo massimo investibile annualmente è di 30.000€ con un massimo complessivo del piano di 150.000€ (es.500€/mese per 25 anni)
•    Periodo minimo della detenzione è 5 anni (per beneficiare dell’esenzione fiscale)
•   Investire almeno il 70% in aziende Italia o europee aventi stabile organizzazione in Italia, 30% del 70% in società non inserite nell’indice FTSE Mib o indici equivalenti, il restante 30% libero
Concludendo trattasi sicuramente di un’opportunità oggettivamente interessante per diversi aspetti. I principali che ci vengono in mente sono i seguenti:
-    Investire in un mercato che si trova a valori attualmente molto bassi rappresenta un’opportunità sicuramente più attraente rispetto a indici di economie ipercomprati
-    Tagliare fuori completamente il settore bancario e finanziario dall’universo investibile del P.I.R è fondamentale per non ritrovarsi delle spiacevoli sorprese
-    L’annullamento dell’imposizione fiscale sul capital gain significa in soldoni beneficiare di un quarto in più sui rendimenti degli investimenti sottostanti
Sperando di aver fatto cosa gradita, consigliamo caldamente un confronto diretto sull’argomento. Nel blog trovate tutti i nostri contatti.




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