AGGIORNAMENTO MERCATI : al passo coi tempi


Viene spesso chiesto a noi operatori/consulenti, spiegazioni in merito ai movimenti dei mercati. Tutte analisi ex-post che sinceramente spesso ci spingono a forzare dei ragionamenti per giustificare un risultato ormai scritto e a volte tutt’altro che scontato. E’ una prassi che fa parte del gioco. Le notizie prima si verificano e poi vengono scritte, o magari accade anche che ne vengano scritte altre rispetto ai fatti...ma questa è un’altra storia.
Che Trump stesse studiando di introdurre dazi commerciali era risaputo da mesi, così come i rialzi dei tassi americani durante il 2018 e il 2019. Ma fino a fine febbraio tutto non faceva paura ai mercati, che proseguivano imperterriti la loro cavalcata trionfale. Oltre al perché (talvolta) quindi non è dato sapere nemmeno il quando.
E allora che cosa può muovere una scelta di investimento quando non esistono rendimenti certi e regna l’incertezza? Una risposta a nostro avviso piuttosto concreta è data dalle anomalie prima di tutto e aggiungeremmo anche dalle prospettive che con una certa evidenza si presentano ai nostri occhi e che spesso però non vengono a sufficienza evidenziate dai media. Riportiamo sotto un elenco delle principali anomalie e quelle ci sembrano le più convincenti prospettive presenti sul panorama economico attuale.
Alcuni elementi anomali facilmente riscontrabili nei prezzi a nostro avviso sono rappresentati innanzitutto dall’appiattimento della curva dei rendimenti americani. Che un Treasury biennale renda il 2,30% e il trentennale appena lo 0.70% in più (3,03%) fa abbastanza riflettere. L’assenza di premio al rischio temporale in epoche passate è sempre coincisa con una fase di recessione economica alle porte, ma sull’argomento è opportuno fare considerazioni più puntuali e attinenti all’attuale contesto storico-economico per provare ad interpretare più correttamente questo fenomeno (si legga il FOCUS: i movimenti della curva dei tassi americani). Altro elemento che fa riflettere è dato dal differenziale di rendimento tra un bond statunitense, rappresentativo del debito di un Paese in crescita, che nonostante abbia una presidenza con politiche commerciali estere discutibili, si accinge a sostenere la propria economia, già in discreta salute, tagliando ancora l’imposizione fiscale, e quello per esempio di un Paese come il nostro caratterizzato da instabilità politiche e disoccupazione e produttività interna ancora insoddisfacenti, di uguale scadenza che però rende 250 bp in meno!
Di solito minor rendimento è sinonimo di maggior sicurezza e solvibilità, ma non in questo caso…
La mano delle Banche Centrali ha indubbiamente falsato il comportamento del libero mercato. Ma i movimenti di capitale prima o poi non possono non tener conto di simili asimmetrie.
Come sempre abbiamo il problema del timing ma sicuramente è inverosimile che tali anomalie non abbiano una scadenza e le conseguenze purtroppo per noi potrebbero non essere così piacevoli.

Passando a quelle che potremmo definire invece allettanti prospettive, viene spontaneo intanto provare ad individuare quali sono i Paesi che si stano attrezzando maggiormente per sviluppo, crescita e occupazione. Se l’asset class su cui puntare è l’equity, per ovvie ragioni di assenza di opportunità nei bond, le aree più interessanti sono sicuramente gli USA e la Cina.
Entrambi i Paesi stanno puntando sullo sviluppo interno, il primo rilanciando il settore industriale attraverso politiche di sgravio fiscale, il secondo potrà beneficiare di una sostenuta crescita dei consumi interni.
Da una recente intervista a un noto gestore di Equity globale David Ross, responsabile azioni globali di Financière de l’Echiquier, emergono esattamente le considerazioni appena esposte….”In questo momento, per come vedo le cose, lo scetticismo degli investitori è la mia fonte di performance. Tutti si preoccupano del livello dei P/E (rapporto prezzo/utili, Ndr) rispetto alla media storica, ma quello che stai comprando è la performance futura. E quando facciamo la nostra selezione quantitativa, troviamo in questo momento due aree eccezionali in termini di rendimenti potenziali: gli Stati Uniti e la Cina.
Nel corso della mia carriera, 25 anni, c’è sempre stata una grande domanda strategica. Negli anni ’90 con l’esplosione di internet, la domanda era “qual è la tua strategia Internet?”, in seguito la Cina è entrata nell’organizzazione mondiale del commercio, la domanda è diventata quindi “qual è la tua strategia sulla Cina”, poi con gli smartphones, “qual è la tua strategia mobile?”, e oggi si tratta dell’intelligenza artificiale, “qual è la tua strategia sull’intelligenza artificiale?”. I due paesi che stanno davvero guidando questa rivoluzione sono gli Usa e la Cina”.
Questi asset non sono ovviamente immuni dalla volatilità che si sta sprigionando in questi giorni, ma con la volatilità aihmè ci toccherà convivere, consapevoli del fatto che il minor male è sicuramente una marcata oscillazione dei prezzi rispetto a un mancato rimborso di capitale su bond che potrebbero manifestarsi improvvisamente insolvibili.



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