AGGIORNAMENTO MERCATI: la terra dei cachi
Il Governo è stato partorito direi a questo punto finalmente. Proviamo ad evidenziare qualche spunto di natura economico-finanziaria più che politica.
Inquadrare con semplicità la situazione italiana che ancora una volta ci vede protagonisti non certo in positivo agli occhi del mondo è indubbiamente complesso. Oggi si fatica a comprendere la perdita della nostra “autonoma” sovranità semplicemente perché dal 2001, entrata in vigore dell’Euro o se vogliamo dal lontano 1993, anno della Fondazione dell’EU, il problema non si è mai posto con convinzione. In quanto popolo ingegnoso, ma al contempo indisciplinato, dimentichiamo spesso l’origine dei problemi. Non si tratta di stabilire chi è giusto o sbagliato, ma di comprendere sostanza e diversità tra i popoli.Se da un lato da soli non siamo e probabilmente né saremo in grado di estirpare malanni secolari come evasione fiscale, corporativismo, organizzazioni mafiose, disinteresse civico, ecc., risulta oltremodo velleitario illudersi di poterlo fare attraverso l’Europa. L’Europa è una macchina (nata sotto sani principi di collaborazione e scambio commerciale) in cui però c’è spazio per un solo pilota, che non è nemmeno mai stato storicamente mosso da compassione per i meno “virtuosi” o “deboli”. Il punto però è che una volta saliti, non si scende più. Già, il pilota è un po’ come il papà che prima di partire dispone il blocco della portiere posteriori, rassicurando amorevolmente i propri figli. Per scendere ci si deve schiantare, e non è piacevole immaginarne le conseguenze...(forse l’unico che può salvarsi con qualche graffio è solo il pilota).
Per quanto diversi dagli altri europei e in un clima di rigida e giustamente criticabile austerità, l’irreversibilità dell’Euro rappresenta l’unica strada percorribile. M5S e Lega nascono dalle macerie politiche di un Paese che non si è mai preoccupato di affrontare i reali problemi storici di cui sopra (i pochi che lo hanno fatto hanno spesso fallito e, nel peggiore dei casi, fatto una brutta fine). Questi due movimenti sono semplicemente la conseguenza di un disagio popolare e non di una ragionata e costruttiva pianificazione di riforme per la crescita e rifondazione strutturale del nostro Paese. Di Maio e Salvini appunto non hanno avuto né il tempo né le competenze per convincerci dello spessore e sostenibilità dei loro programmi. Sono ancora una volta il frutto della pancia dell’italiano, non una scelta ragionata!
Così come è semplicistico e riduttivo incolpare dei nostri mali l’UE, quando ci si dimentica troppo in fretta che l’inflazione a doppia cifra dagli anni ‘70 ai ‘90 erodeva il nostro potere d’acquisto e ci spingeva a conservare i nostri capitali all’estero, accumulati ovviamente evadendo il fisco a man bassa, beneficiando di baby pensioni, sussidi, il tutto generosamente coperto da nuove emissioni di debito pubblico. E sebbene ci si auspichi di aver trovato con oggi una classe dirigente che porterà con umiltà e serietà sul tavolo europeo programmi convincenti per la crescita del Belpaese (in cambio magari di un po’ di “clemenza” finanziaria a tempo determinato), intanto dovremo abituarci alle turbolenze nei prezzi dei nostri titoli di Stato.
Il BTP è l’Italia, con la sua storia, che non nasce di certo a Maastricht…
La storia di questi giorni invece ce la ricordiamo bene.
Come si sia giunti ad un governo è il riflesso della confusione in cui siamo immersi da generazioni e nemmeno questo ci stupisce più, la vergogna cede il passo alla rassegnazione.
Matteo Salvini, infatti, probabilmente non ha mai avuto intenzione di governare con i 5 Stelle. Date la loro forte divergenza di punti di vista e le notevoli divisioni all'interno di ciascun partito. Ad ogni modo, Di Maio è riuscito a convincere il massimo rappresentante leghista dell’occasione imperdibile di salire al Colle e così il mix di governo più improvvisato della storia della nostra Repubblica è fatto. Ma l’improvvisazione aiuta, soprattutto se ci si trova di fronte al rischio di deludere l’elettorato da un lato o l’Unione Europea dall’altro. Staremo a vedere! E se le perplessità sono più che lecite, la curiosità e la speranza che i movimenti popolari possano risollevare in qualche modo il Paese, scardinando antiche e dannose dinamiche di potere, ci devono accompagnare a nostro avviso in questa delicata fase storica del nostro Paese.
Di politica credo di aver parlato abbastanza anche perché oggi è un giorno “epocale”...tornando perciò alle conseguenze finanziarie è doveroso e rassicurante dire che i titoli governativi italiani sono in mani sicure e stabili. “Gli investitori esteri detengono il 32% (inferiore rispetto al 41% del 2010) e gli investitori non EMU rappresentano solo il 5% di questi.
Il 27% è detenuto da investitori europei, con la maggior parte (circa il 20%) nelle mani di asset manager francesi e tedeschi che sono molto "meccanizzati" e che ora sono costretti a ridurre la loro esposizione poiché i loro modelli di rischio pongono BTP italiani a un livello di volatilità molto più alto”. *
Il rientro dello spread BTP-Bund sembrerebbe pertanto un passaggio (quasi) naturale, in virtù soprattutto del fatto che c’è una BCE a sostegno ancora per diversi mesi sull’intera area Euro, a meno di suicidi politici marcatamente antieuropeisti messi in atto dalla nuova compagine governativa...
La sensazione (del tutto estemporanea da questi eventi domestici) è che l’estate porti comunque preoccupazioni sempre sul fronte del debito, quello emergente però, dove i costi di finanziamento causa rafforzamento del dollaro cominciano a dare segnali di surriscaldamento. In tal caso la tanto attesa volatilità tornerebbe a ruggire...