AGGIORNAMENTO MERCATI: l’asset class più a rischio

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Assistiamo in questi giorni ad un rientro della volatilità prevalentemente dovuto alla maggior spinta emotiva dei buoni dati economici americani rispetto a quella legata dalla situazione commerciale globale.
La vicenda dazi tra Usa e Cina con alta probabilità non si esaurisce qui, ma comincia ad essere più “digeribile” dagli stessi mercati, i quali ne delineano la portata con più cognizione sapendo che oltre ad alcuni limiti è molto probabile non si possa spingere.
Ciò non significa assenza di perturbazioni, ma con buona probabilità le nuvole nere dovrebbe provenire da orizzonti diversi. Intanto, come già sottolineato in altri contesti, l’anello debole dell’economia globale è il crescente (o cresciuto) indebitamento. Se da un lato la robusta crescita economica americana cosparge di ottimismo le piazze finanziarie, al contempo il restringimento delle politiche monetarie e della liquidità in particolare in valuta statunitense, porterà sicuramente delle conseguenze. Insomma la coperta si sta accorciando e i mercati non staranno di certo a guardare. Primi segnali di minor forza relativa li stanno appunto dando i debiti emergenti, che, a differenza delle principali borse, stentano a recuperare terreno. Come si evince dai grafici sottostanti*, se da un alto l’S&P 500 si sta riportando sui massimi di febbraio, lo spread degli HY (BASSO RATING BOND) e i Governativi a investment grade (la parte più sicura del mercato obbligazionario) tende a restringersi ma con un trend meno “convincente”.







Ancor meno solido appunto il recupero delle asset class emergenti




La ragione ovviamente risiede nella sete di dollaro che hanno i Paesi Emergenti e nel peggioramento delle condizioni che hanno questi ultimi nel finanziarsi.
E’ questa a nostro avviso l’asset class più a rischio nell’immediato futuro, la stessa che peraltro è stata oggetto di richiesta famelica negli ultimi anni da parte degli investitori a caccia di rendimenti sul comparto obbligazionario.
Altri fenomeni più “locali” come portata finanziaria sono la vicenda Brexit, che sta conducendo ad una sempre più soft-exit dello UK dall’Eurozona e le potenziali dissonanze politiche in area Euro che continuano a farci prediligere asset più USA e CINA centrici.
In conclusione è consigliabile stare alla larga da fondi o titoli obbligazionari che promettono elevati rendimenti o flussi cedolari spesso e volentieri sollecitati dal personale delle principali Banche (con magari l’aggiunta di una bella commissione di ingresso..), dai quali risulterà difficile uscire senza scottarsi

*materiale grafico a cura di JCI FX Macro Fund del 10.07.2018



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