AGGIORNAMENTO MERCATI: considerazioni e idee per il 2020

https://laltrafinanza.blogspot.com/2019/12/aggiornamento-mercati-considerazioni-e.html

Partendo dall’interrogativo se il 2020 possa in qualche modo assomigliare al 2017 ci si immerge nelle mille variabili macro da analizzare per dare un quadro quantomeno verosimile e meno avventato possibile sulle aspettative dei mercati per l’anno a venire.

Sebbene graficamente effettivamente le analogie tra il biennio 2015-2016 e il 2018-2019 siano marcate, la replica del movimento così lineare e crescente del 2017 non credo sia lo scenario più probabile.



Intanto la ripresa economica sarà probabilmente più fiacca di 3 anni fa. Gli USA con Trump appena approdato alla Casa Bianca, si preparavano ad un imponente riforma fiscale di notevole stimolo alla crescita del Paese. I dati macroeconomici erano in spinta: alta fiducia, tassi bassi e alcuni segnali inflattivi spinsero le borse a beneficiare di questa particolare congiuntura.
Lo scenario oggi è oggettivamente differente. Non si può parlare di recessione, ma di rallentamento purtroppo si. Aspetto ancora più rilevante a nostro avviso è l’atteggiamento che ci si può attendere dagli istituti centrali. Altri stimoli monetari non saranno più possibili oltre certi limiti, il caricatore dei loro bazooka è in esaurimento.
I presupposti di vedere un film scritto in partenza pertanto divergono. Con questo non significa che le aspettative siano disastrose. La nota più interessante è la ripresa del settore manifatturiero e probabilmente del GDP globale che solitamente seguono le fasi di stimolo monetario, anche se doveroso sarà il supporto delle politiche economiche e fiscali; senza di esse ormai le politiche monetarie espansive perdono progressivamente di inerzia ed efficacia.









Prendendo spunto da alcune considerazioni di Gabriel Pinosa, Director a Reverse Advisory Plus GmbH, i riflettori si accendono su aspetti non solo di natura finanziaria, ma anche geopolica e sociale.
Per quanto riguarda l’elemento finanziario, la sensazione è che finché le banche centrali pomperanno liquidità ci sarà speranza. La Federal Reserve tra dicembre e gennaio inietterà circa 500 miliardi dollari aggiuntivi nel sistema finanziario, per scongiurare un black-out di illiquidità sul mercato interbancario (REPO). Si tratta di una vera e propria inondazione di cash, fatto da iniezioni temporanee (aste a breve termine) e di acquisti diretti di titoli del debito pubblico USA: qualcosa in grado di portare il bilancio della Banca Centrale americana a detenere asset finanziari per oltre 4.500 miliardi dollari, nuovo record assoluto!
Come ormai evidente gli istituti centrali saranno l’ancora di salvezza per il sostegno del debito globale, senza la loro COSTANTE presenza...game over!
Nel 2020, come dicevamo, si apriranno nuovi dibattiti di natura geopolica:
 secondo una recente analisi del Barents Observer, i cieli e le acque del Mar Artico russo potrebbero trovarsi presto al centro dell’attenzione globale.  La Russia ha da tempo significativamente rafforzato la sua attenzione sulle terre artiche, area di interesse strategico crescente a causa del progressivo scioglimento dei ghiacci, e questo non tanto per i più nobili e lungimiranti interessi ambientali, quanto per questioni di carattere commerciale e militare. “Il progetto - ha spiegato il vice Ammiraglio delle Forze armate russe - è quello di creare una cupola di difesa aerea sull’Artico russo in modo da difendere la zona da ogni forma di attacco nemico”.
La replica americana non si è fatta attendere, come non si faranno attendere azioni mirate a contrastare l’espansione artica di Putin.
Dal punto di vista sociale infine è molto probabile che le temperature sul termometro dei malumori registreranno nuove impennate.
Si va dalle proteste per l’aumento dei prezzi dei beni essenziali in Iraq e Libano, a quelle francesi contro le riforme del welfare, a quelle contro la disuguaglianza sociale in Cile fino agli scontri religiosi in India. L’esempio più rilevante che ha caratterizzato gli ultimi mesi è però la rivolta dei ragazzi di Hong Kong, la cui richiesta di maggiore libertà politica e sociale ha messo in discussione un sistema che appariva inattaccabile, il modello straordinario di capitalismo cinese, fatto di progresso e accelerato sviluppo, ma anche di autoritarismo e disuguaglianze. L’isola liberale di Hong Kong e la sua finestra sul mondo finanziario occidentale svanirà probabilmente e  si porterà dietro conseguenze economiche rilevanti…
Le considerazioni che ne conseguono per tradurre in pratica un corretto atteggiamento sui portafogli possono essere numerose e come spesso accade sensate sia che si voglia aumentare o ridurre la volatilità. I macro aspetti che però ci inducono a trovare considerazioni con un denominatore comune potrebbero essere i seguenti:

    • L’appetibilità dell’equity rispetto al mercato obbligazionario resta uno dei pochi dati certi e inconfutabili. Questo naturalmente spinge ad optare per soluzioni a maggior volatilità ma con prospettive e spread più interessanti. 

    • Nella scelta obbligazionaria (obbligata in ottica di asset allocation) restano preferibili i Corporate Bonds rispetto ai governativi, migliori sia in termini di carry che di volatilità attesa. Molti dubbi, come già espresso in precedenti articoli, restano sul comparto High Yield.

    • Sotto il profilo macro, ciò che ci accompagnerà sicuramente sarà un nuovo capitolo della saga sul conflitto USA-CINA per il dominio tecnologico mondiale, varie forme di populismo sparpagliate per il globo e probabili nuovi risvolti sul processo di unificazione politico e fiscale dell’UE. Questi potrebbero essere dei driver con conseguenze sui mercati di medio-lungo termine.

  • Tra gli eventi politici in agenda spiccano le elezioni alla presidenza statunitense, dove come al solito la chiave per il successo sarà individuare i desideri più cari al popolo americano e comunicarne la soddisfazione nel migliore dei modi. Potrebbe tornare in auge la questione sanitaria nazionale, con conseguenze peraltro rilevanti anche sul settore farmaceutico.

Ultima considerazione, ma non per minor importanza, sarà il focus sulle politiche ambientali/climatiche che ormai (grazie a Dio) ha assunto i connotati di un processo irreversibile. Escludere dai portafogli strategie di questo tipo o ignorare una selezione ESG compliant all’interno dei portafogli potrebbe rivelarsi controproducente oltre che irresponsabile…


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