AGGIORNAMENTO MERCATI: la volatilità parte da un virus
I mercati che sembravano inarrestabili nella loro cavalcata al rialzo, che dura ormai da 13 mesi, ritrovano nuovi motivi di incertezza di fronte al diffondersi del corona-virus. Il bilancio delle vittime in Cina è salito a 132 persone, con 5.974 infetti nel paese, secondo i dati aggiornati del governo.
Anche se i primi segnali di rallentamento della diffusione del virus riportano un po’ di ottimismo stamane sui mercati asiatici, ci si interroga su quali conseguenze economiche ci si imbatterà nei prossimi mesi. La prima unità di misura è costituita dal confronto con l’impatto che ebbe la Sars negli anni 2002-2003 sull’economia mondiale. Tale parallelismo è fondato indubbiamente per quanto riguarda l’identica natura dello shock, ma diverge sensibilmente per il differente peso che oggi ha l’economia cinese all’interno del quadro mondiale rispetto a vent’anni fa. Il contributo della Cina infatti alla crescita mondiale oggi è del 35%, esattamente il doppio rispetto al 2002.
E’ evidente che gli effetti negativi avranno una portata di breve periodo, ma nei numeri c’è da attendersi un impatto molto probabilmente più negativo. Intanto l'epidemia di corona-virus potrebbe provocare uno shock significativo, anche se transitorio, per l'economia cinese, con i trasporti, il turismo e le vendite al dettaglio tra i settori più colpiti. Diversi esperti (Nomura, Barclays, Kingswood, Schroeder ed altri che abbiamo avuto modo di sentire in questi giorni) stimano possibili contrazioni del Pil cinese tra l’1% e il 2% nel 2020, qualora la durata della diffusione del virus fosse simile a quello della Sars.
E’ evidente che gli effetti negativi avranno una portata di breve periodo, ma nei numeri c’è da attendersi un impatto molto probabilmente più negativo. Intanto l'epidemia di corona-virus potrebbe provocare uno shock significativo, anche se transitorio, per l'economia cinese, con i trasporti, il turismo e le vendite al dettaglio tra i settori più colpiti. Diversi esperti (Nomura, Barclays, Kingswood, Schroeder ed altri che abbiamo avuto modo di sentire in questi giorni) stimano possibili contrazioni del Pil cinese tra l’1% e il 2% nel 2020, qualora la durata della diffusione del virus fosse simile a quello della Sars.

Sebbene le notizie sul bilancio delle vittime siano destinate a peggiorare nei prossimi giorni, salvo complicazioni, tale shock temporaneo va a nostro avviso letto all’interno del quadro economico globale che vede in ogni caso un mercato solido nei fondamentali (in particolare quello americano) e, come già evidenziato in molti precedenti post, sostenuto a piene mani dagli istituti centrali. Pertanto, se da un lato tatticamente è condivisibile un momentaneo sottopeso degli asset asiatici, dall’altro è di strategica importanza approfittare dei futuri scivoloni dei principali indici per incrementare le esposizioni azionarie dei portafogli privilegiando i settori che risulteranno maggiormente colpiti dal corona-virus.
"Le notizie potrebbero peggiorare prima che migliorino e la correzione del mercato potrebbe continuare", spiegano gli esperti di Kingswood. "Correzioni del 5-10% sono comuni", afferma Rupert Thompson, Chief Investment Officer di Kingswood, sottolineando come "in passato, tuttavia, anche quando le paure sanitarie globali hanno avuto un impatto sui mercati, l'effetto è stato di breve durata". E ancora continua da un intervista tratta da Milano Finanza affermando che “l'impatto a breve termine dell'epidemia di corona-virus sull'economia cinese sarà probabilmente considerevole, dato che questa è ora molto più grande e interconnessa con il contesto globale rispetto a quanto non fosse durante l'epidemia di Sars nel 2003, tuttavia, per quanto riguarda la crescita globale, in questa fase non crediamo il contagio sia abbastanza grande da modificare il nostro scenario di base".
Le conclusioni che sorgono un po’ spontanee sono che la spinta degli asset emergenti a questo punto va messa anch’essa in quarantena. Quello che a inizio anno aveva allineato diversi operatori di mercato nel cercare maggiori up-side dall’equity cinese per l’anno in corso, vista la tregua e i nuovi accordi raggiunti sul capitolo dazi Cina-Usa, ora è messo sicuramente in discussione e probabilmente su tali mercati si concentrerà maggiormente la volatilità nei prossimi mesi. Visto lo scenario che si profila in ogni caso oggi la liquidità potrebbe essere più preziosa di quel che appare...
"Le notizie potrebbero peggiorare prima che migliorino e la correzione del mercato potrebbe continuare", spiegano gli esperti di Kingswood. "Correzioni del 5-10% sono comuni", afferma Rupert Thompson, Chief Investment Officer di Kingswood, sottolineando come "in passato, tuttavia, anche quando le paure sanitarie globali hanno avuto un impatto sui mercati, l'effetto è stato di breve durata". E ancora continua da un intervista tratta da Milano Finanza affermando che “l'impatto a breve termine dell'epidemia di corona-virus sull'economia cinese sarà probabilmente considerevole, dato che questa è ora molto più grande e interconnessa con il contesto globale rispetto a quanto non fosse durante l'epidemia di Sars nel 2003, tuttavia, per quanto riguarda la crescita globale, in questa fase non crediamo il contagio sia abbastanza grande da modificare il nostro scenario di base".
Le conclusioni che sorgono un po’ spontanee sono che la spinta degli asset emergenti a questo punto va messa anch’essa in quarantena. Quello che a inizio anno aveva allineato diversi operatori di mercato nel cercare maggiori up-side dall’equity cinese per l’anno in corso, vista la tregua e i nuovi accordi raggiunti sul capitolo dazi Cina-Usa, ora è messo sicuramente in discussione e probabilmente su tali mercati si concentrerà maggiormente la volatilità nei prossimi mesi. Visto lo scenario che si profila in ogni caso oggi la liquidità potrebbe essere più preziosa di quel che appare...