AGGIORNAMENTO MERCATI: Coronavirus atto III
Non è facile mantenere una certa lucidità sui messaggi da valorizzare in questo complesso momento. Il bombardamento mediatico è talmente fitto che risulta anche difficile scegliere cosa leggere ogni giorno.
Personalmente gli unici dati che passiamo quotidianamente al vaglio sono quelli legati ai numeri sui contagi, relativi decessi e guarigioni. E’ probabile che da lì si comincino ad avere i primi segnali “operativi” per la ripartenza socio-economica del pianeta. Ad oggi sono oltre 1 milione e mezzo i contagiati in tutti il mondo (di cui un terzo solo negli Stati Uniti).
Il post di oggi non proverà a prendere spunti da dati e numeri che non riflettono altro che uno shock profondo, uno strappo innaturale, di cui purtroppo non siamo in grado ancora di conoscerne la reale portata. Non saranno perciò i dati a farci ragionare oggi, piuttosto le nostre reazioni alla pandemia, quelle dei Governi e le potenziali conseguenze a cui andremo incontro.
Gli unici elementi certi quindi che oggi ci fanno a buon ragione riflettere sono due. Il primo sta nella evidente impreparazione che ci ha colto nell’affrontare l’epidemia e il secondo è la maggior consapevolezza dell’importanza degli aiuti pubblici (e sovranazionali) e della fiducia che essi possono infondere alla popolazione nei momenti di difficoltà.
L’aspetto più rassicurante di questa triste vicenda risiede a nostro avviso nell’aver scongiurato maggior incertezza di quanta non ne fosse già presente. Le risposte immediate di Governi e Banche Centrali rappresentano la nota più positiva di questa vicenda, seconde soltanto alle innumerevoli manifestazioni di solidarietà umana tra cittadini.
Ciò che però ancora una volta emerge accanto a questa provvidenziale tempestività delle varie manovre è che le risorse impiegate fanno parte ancora una volta dell’infinito mondo del debito aggregato, che si può congelare ma non distruggere. E con ogni probabilità impatterà su risparmi, sulla crescita e naturalmente sulle giovani generazioni.
Quello che non potrà ripetersi nei prossimi anni è una manovra d’emergenza bis. Lo sforzo congiunto di istituti centrali e Governi è il risultato di una sottovalutazione del fenomeno pandemico globale che ci deve far riflettere e agire rapidamente. E tutto ciò avverrà. Altri lock-down non saranno sostenibili dal sistema.
Le implicazioni pertanto saranno di varia natura. Intanto è probabile che verranno potenziati alcuni strumenti di prevenzione che daranno origine anche a nuove forme di business. Sanificazioni di ambienti, produzioni di test tamponi, sviluppo e potenziamento di rami sanitari legati alla virologia sono solo alcuni esempi. Ma non solo il settore sanitario e farmaceutico saranno oggetto di trasformazioni. Molte imprese lavoreranno sotto il profilo dell’autonomia e dell’efficienza riducendo gli spazi di contatto comune, smart-working e processi a distanza saranno una nuova frontiera di conquista per il business aziendale. La digitalizzazione farà ulteriori passi in avanti e con essa clouding, sicurezza informatica e blockchain.
Probabilmente il Covid verrà ricordato come un acceleratore di cambiamenti già in atto e speriamo non di quella recessione che sta già da tempo bussando alla nostra porta.
Un altro aspetto estremamente attuale che tocca l’attuale shock è provare a riflettere sul processo di globalizzazione. Stiamo assistendo come è noto ultimamente ad una “battuta d’arresto”, soprattutto in alcuni Paesi, del consenso sul fenomeno della globalizzazione. Questo tragico episodio però ci mostra come il processo sia profondamente irreversibile. I collegamenti tra Paesi sono continui e nel bene e nel male ci condizioneranno sempre. Ignorarli o rifiutarli è un gesto irresponsabile e poco “illuminato”. Il mondo deve dialogare e far fronte comune sempre. Le pandemie non si bloccano a meno di isolarsi completamente dal mondo intero, cosa difficilmente attuabile, per lo meno per una comunità complessa ed estesa come quella di uno Stato. Riunioni globali con focus su prevenzione di rischi sanitari, climatici, socio-economici dovranno essere istituzionalizzate. Solo così potremo capire se questa tragedia ci avrà insegnato qualcosa.
Essendo un blog di finanza oltre alla cautela nell'utilizzo dei dati (come accennato sopra) chiudiamo con la raccomandazione alla pazienza e alla calma. Ciò che ci spaventa oggi potrà essere l’occasione di domani perciò, oltre a incrementare i pesi di asset class che hanno subito maggiormente il contraccolpo economico e il panic selling, occorrerà dimostrarsi pazienti e fiduciosi. I fallimenti attesi che tanto terrorizzavano qualche settimana fa sono probabilmente fuori pericolo grazie all’epocale intervento monetario (e pubblico). La massa di debito globale resterà a tassi prossimi allo zero chissà per quanto… Proprio per questo ci immaginiamo spread in chiusura nel breve periodo non appena si intravedrà una distensione.
Quando la normalità sarà ripristinata con il ritorno alla vita sociale e domanda e offerta esprimeranno nuovi equilibri, a quel punto sarà opportuno sotto-pesare negli asset il vecchio e sovra-pesare il nuovo.
Il post di oggi non proverà a prendere spunti da dati e numeri che non riflettono altro che uno shock profondo, uno strappo innaturale, di cui purtroppo non siamo in grado ancora di conoscerne la reale portata. Non saranno perciò i dati a farci ragionare oggi, piuttosto le nostre reazioni alla pandemia, quelle dei Governi e le potenziali conseguenze a cui andremo incontro.
Gli unici elementi certi quindi che oggi ci fanno a buon ragione riflettere sono due. Il primo sta nella evidente impreparazione che ci ha colto nell’affrontare l’epidemia e il secondo è la maggior consapevolezza dell’importanza degli aiuti pubblici (e sovranazionali) e della fiducia che essi possono infondere alla popolazione nei momenti di difficoltà.
L’aspetto più rassicurante di questa triste vicenda risiede a nostro avviso nell’aver scongiurato maggior incertezza di quanta non ne fosse già presente. Le risposte immediate di Governi e Banche Centrali rappresentano la nota più positiva di questa vicenda, seconde soltanto alle innumerevoli manifestazioni di solidarietà umana tra cittadini.
Ciò che però ancora una volta emerge accanto a questa provvidenziale tempestività delle varie manovre è che le risorse impiegate fanno parte ancora una volta dell’infinito mondo del debito aggregato, che si può congelare ma non distruggere. E con ogni probabilità impatterà su risparmi, sulla crescita e naturalmente sulle giovani generazioni.
Quello che non potrà ripetersi nei prossimi anni è una manovra d’emergenza bis. Lo sforzo congiunto di istituti centrali e Governi è il risultato di una sottovalutazione del fenomeno pandemico globale che ci deve far riflettere e agire rapidamente. E tutto ciò avverrà. Altri lock-down non saranno sostenibili dal sistema.
Le implicazioni pertanto saranno di varia natura. Intanto è probabile che verranno potenziati alcuni strumenti di prevenzione che daranno origine anche a nuove forme di business. Sanificazioni di ambienti, produzioni di test tamponi, sviluppo e potenziamento di rami sanitari legati alla virologia sono solo alcuni esempi. Ma non solo il settore sanitario e farmaceutico saranno oggetto di trasformazioni. Molte imprese lavoreranno sotto il profilo dell’autonomia e dell’efficienza riducendo gli spazi di contatto comune, smart-working e processi a distanza saranno una nuova frontiera di conquista per il business aziendale. La digitalizzazione farà ulteriori passi in avanti e con essa clouding, sicurezza informatica e blockchain.
Probabilmente il Covid verrà ricordato come un acceleratore di cambiamenti già in atto e speriamo non di quella recessione che sta già da tempo bussando alla nostra porta.
Un altro aspetto estremamente attuale che tocca l’attuale shock è provare a riflettere sul processo di globalizzazione. Stiamo assistendo come è noto ultimamente ad una “battuta d’arresto”, soprattutto in alcuni Paesi, del consenso sul fenomeno della globalizzazione. Questo tragico episodio però ci mostra come il processo sia profondamente irreversibile. I collegamenti tra Paesi sono continui e nel bene e nel male ci condizioneranno sempre. Ignorarli o rifiutarli è un gesto irresponsabile e poco “illuminato”. Il mondo deve dialogare e far fronte comune sempre. Le pandemie non si bloccano a meno di isolarsi completamente dal mondo intero, cosa difficilmente attuabile, per lo meno per una comunità complessa ed estesa come quella di uno Stato. Riunioni globali con focus su prevenzione di rischi sanitari, climatici, socio-economici dovranno essere istituzionalizzate. Solo così potremo capire se questa tragedia ci avrà insegnato qualcosa.
Essendo un blog di finanza oltre alla cautela nell'utilizzo dei dati (come accennato sopra) chiudiamo con la raccomandazione alla pazienza e alla calma. Ciò che ci spaventa oggi potrà essere l’occasione di domani perciò, oltre a incrementare i pesi di asset class che hanno subito maggiormente il contraccolpo economico e il panic selling, occorrerà dimostrarsi pazienti e fiduciosi. I fallimenti attesi che tanto terrorizzavano qualche settimana fa sono probabilmente fuori pericolo grazie all’epocale intervento monetario (e pubblico). La massa di debito globale resterà a tassi prossimi allo zero chissà per quanto… Proprio per questo ci immaginiamo spread in chiusura nel breve periodo non appena si intravedrà una distensione.
Quando la normalità sarà ripristinata con il ritorno alla vita sociale e domanda e offerta esprimeranno nuovi equilibri, a quel punto sarà opportuno sotto-pesare negli asset il vecchio e sovra-pesare il nuovo.
Non ci aspettiamo invece grandi metamorfosi sociali, chissà quali insegnamenti potranno cambiare e illuminare i nostri pensieri. Sarebbe già sufficiente solo un po’ più di unione e solidarietà (a cominciare dal premier olandese Rutte e il ministro delle finanze Hoekstra...)